martedì 7 febbraio 2017

La "Trapeza", ovvero la mensa dei monasteri ortodossi

Il Monastero ha una vita definita da ritmi antichi e immutabili, permeati di spiritualità anche nelle piccole faccende quotidiane: il mangiare non poteva certo sfuggire a questo stile di vita completamente immerso nella contemplazione. 


La meravigliosa mensa del monastero Simonopetra

E' proprio per questo che nei monasteri, al momento di sedersi a tavola, si inizia e si conclude il pasto pregando. Generalmente, l'igumeno (abate) del Monastero benedice i monaci che entrano dalla porta del refettorio, chiamato comunemente trapeza, e ognuno si posiziona al suo posto che gli viene assegnato. Gli ospiti solitamente mangiano in tavoli separati. Dato che i monasteri sono maschili o femminili, il sesso opposto a quello degli abitanti del monastero mangia in un'ala estrema del refettorio, divisa da separé



Dopo che i monaci hanno recitato assieme le preghiere del pasto, l'igumeno benedice un monaco affinché legga brani patristici, opere pie, omelie, e quanto sia stato comandato di leggere: il pasto infatti si consuma nel più completo silenzio. Non occorre chiedere o domandare un secondo piatto, o qualcosa da bere: di solito un novizio svolge la funzione di cameriere, attento ad ogni piatto vuoto. La mia esperienza personale nei monasteri della Grecia e della Romania è di una grande attenzione all'ospite, benché non si possa parlare minimamente, sembra che gli "iero-camerieri" di settimana sappiano benissimo cosa ti manca! Quando l'igumeno ritiene che i monaci abbiano mangiato a sufficienza, suona una campanella e tutti si alzano in piedi, pronti a recitare il ringraziamento: il lettore chiude il libro e si mette a mangiare, concludendo così la sua obbedienza. Anche i monaci camerieri e i monaci cuochi, che ruotano ogni settimana, mangiano quando gli altri hanno concluso il pasto. 

Ovviamente, i monasteri hanno regole alimentari piuttosto rigide. Molti monasteri adottano un canone culinario quasi completamente vegetariano, come prescrive san Basilio per i suoi monaci, concedendo il pesce la domenica e per le feste, così come le uova (mangiate assai raramente). Tutt'altro che raro è trovare invece i monaci intenti a prodursi da soli frutta, verdura e gestire piccoli laghetti per una pesca genuina e locale. Quando visitai il monastero di sant'Arsenio in Calcidica (in Grecia), ebbi occasione di partecipare al travaso delle olive, le stesse olive che mi sono poi state servite a pranzo. C'era una certa soddisfazione, devo dire... 

I Monasteri che seguono con zelo il Tipico monastico (cioè le antiche regole dei cenobi) organizzano due grandi pasti: uno alla mattina dopo la liturgia - generalmente attorno alle 8 e mezza del mattino, e uno alle due del pomeriggio, saltando la cena. Tenendo conto delle regole liturgiche, quando il monaco si alza alle quattro e mezzo del mattino e segue il Mattutino, le Ore e la Divina Liturgia senza interruzione, un pranzo alle otto e mezza è tutt'altro che anormale! Per chi ha fame (e per i visitatori) è comunque sempre aperta una sala del monastero adibita a sala di soggiorno, nella quale un pio monaco offre a chi entra da bere (acqua, tè, limonata) e piccoli antipasti senza orario, anche la sera, dopo i Vespri, passate per questa sala: c'è sempre qualche anziano monaco con qualche aneddoto divertente o profondo.

Vediamo ora alcune regole basilari ma non scontate, se andiamo a pranzo in qualche monastero:

1. Non chiedere mai variazioni di menù. Oltreché scortese di per sé, è una effrazione della loro regola: non potrebbero mai accontentarci. Inoltre, essendo vegetariani, i monaci offrono sempre prodotti biologici (coltivati da loro stessi) e molto semplici, impossibile non apprezzarli. 

2. Non parlare a tavola. Come già detto, è richiesto il silenzio. 

3. Evitare rumori e gesti per chiedere di passare qualcosa

4. Non proporsi come cuochi o servitori ai tavoli, a meno che non siamo invitati ad esserlo. I monaci addetti in cucina e in tutti gli altri ruoli della trapeza sono sotto obbedienza all'igumeno: non dobbiamo sentirci autorizzati a rompere l'armonia della regola del monastero.

5. Mangiate tutto quello che vi viene portato. E' un grande spreco buttare il cibo, specialmente nei luoghi ove vige una economia di sussistenza come nei monasteri ortodossi. Se non volete qualcosa, l'antica regola di poggiare le posate in verticale e parallele sul piatto indica che siete sazi. Ricordatevelo!

Vi auguro di visitare tanti monasteri, e di avere occasione di conoscere la profonda fede che quivi alberga, e anche di assaggiare qualche gustosa portata monastica!

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