venerdì 29 settembre 2017

Insalata di farro

Il farro è un cereale molto diffuso nei paesi mediterranei. Nell'antichità, questo cereale era una delle basi dell'alimentazione del soldato romano, per le sue alte proprietà nutritive. Nell'antica Roma era talmente importante che il rito del matrimonio si chiama confarreatio, cioè "dividere il farro", perché gli sposi a conclusione del rito si spartivano una focaccia di farina di farro. 

Di questo sano e nutriente alimento oggi proponiamo una ricetta semplicissima, una insalata, adatta ai periodi di digiuno. 

Ingredienti per 4 persone

500 grammi di farro 
500 grammi di lenticchie
3 carote medie
300 grammi di piselli 
sale quanto basta
se si vuole, si può aggiungere il pepe secondo il proprio gusto. 

Procedimento

Far bollire il farro e, a bollitura compiuta, lasciarlo asciugare. Dopodiché, quando il cereale è ormai asciutto, mescolarlo con le lenticchie già saltate in padella e con le carote bollite e tagliate a dadini, e con i piselli, che invece vanno aggiunti leggermente cotti in padella. Salare l'insalata e servirla fredda. Se si vuole, si può aggiungere olio e pepe. 


giovedì 21 settembre 2017

A Kiev la Lavra offre pasti ai poveri

Come ci rende noto Pravoslavie.ru, la Lavra delle Grotte di Kiev offrirà dei pasti gratuiti una volta alla settimana ai poveri della città. Il vicario del monastero, il vescovo Paolo di Chernobyl, ha benedetto l'iniziativa della quale si occuperà lo ieromonaco Gleb. 

L'evento iniziale "nutri il tuo vicino" ha visto la partecipazione di 100 persone le quali hanno gustato i piatti e l'ospitalità della Lavra, nonché partecipato a colloqui spirituali con le autorità del monastero. 

Secondo lo ieromonaco Gleb, la Lavra organizzerà un pasto gratuito per i poveri ogni settimana. Già, inoltre, sono attivi programmi d'aiuto sociale per gli immigrati e per le famiglie povere e numerose. 


Da Pravoslavie, una foto che ritrae la mensa della Lavra

mercoledì 6 settembre 2017

La colazione nei Balcani

La colazione nei paesi balcanici, specie Serbia, Montenegro, Erzegovina, Bosnia e Macedonia, è un affare molto serio. Al contrario di noi italiani, gli slavi mangiano molto a colazione, e mangiano salato. Oggidì, colpevole la globalizzazione, è più facile trovare cappuccini, caffè e brioches sulle tavole balcaniche, ma la colazione tradizionale balcanica è di tutt'altra specie.

Se è pur vero che il caffè (ovviamente nella sua variante turca) e il latte sono sempre le bevande della mattina, sono accompagnate da formaggi, salami, panini, salsicce, uova e tortine salate, nonché da svariate creme di formaggio, la più gustosa delle quali è senza dubbio la corposa kaymak. Non rari i grissini (štapići) mangiati insieme coi salami e i formaggi. 

Fra i piatti veri e propri da portata che la colazione balcanica riserva ai commensali vi è il burek, ovvero una torta a base di pasticcio di carne (o spinaci) e pasta sfoglia, il kacamak (simile alla kasha), uova strapazzate servite con pane abbrustolito e spezie.

Il pane ha un posto d'onore sulla tavola della colazione balcanica, in quanto viene offerto sia nelle sue varianti agrodolci (con salse di frutta, composti, marmellate) sia con miele, con burro, o con lardo e sale, oppure insieme al sudžuk, la più famosa delle salsicce della cucina medio-orientale e balcanica. 


Se volete provare una colazione balcanica, potete comprare questi prodotti (o i loro omonimi) nei numerosi negozi d'alimentari etnici che si trovano ormai in tutte le grandi città italiane. 


Llapingachos - cosa sono e come si fanno

Dal padre Ambrogio di Torino

I llapingachos (pron "hiapingàcios") sono frittelle di patate (schiacciate e insaporite con cipolla) con un nucleo di formaggio, originarie degli altopiani e delle valli andine al centro dell'Ecuador. Oggi queste frittelle sono comuni anche sulla costa e nella zona orientale dell'Ecuador, e in giro per il mondo. Nella loro forma, i llapingachos sono un curioso parallelo di un piatto tipico georgiano, il khachapuri, fatto con farina e formaggio (di fatto, una variante dei llapingachos usa farina di manioca al posto delle patate schiacciate). I llapingachos si servono con una salsa cremosa di arachidi detta salsa de maní, e sono spesso guarniti da fette di pomodoro e di cipolla.

Le patate possono essere preparate in precedenza, facendole bollire o meglio ancora cuocendole a vapore con la loro pelle: questo aiuta a mantenere il sapore e a non bagnarle in cottura. I llapingachos sono più facili da cucinare se la pasta delle patate non è troppo umida. L’aggiunta di un po’ di farina può aiutare a ottenere la consistenza corretta, anche se questo procedimento non è generalmente menzionato nelle tradizionali ricette ecuadoriane. 

Ingredienti

Per mezza dozzina di llapingachos:

5/6 grosse patate con buccia (circa 700 g)

1 cipolla rossa tritata finemente

(opzionale) farina

2 cucchiai d’olio

1 cucchiaino di semi di cumino tritati

1 cucchiaino di semi di achiote tritati (chi non riesce a trovare i semi di achiote può usare della paprica rossa, ma l’effetto colorante non sarà altrettanto intenso)

200 g di formaggio fresco spezzettato (va bene la mozzarella)

Sale e pepe

Per una ciotola di salsa de maní:

100 g di burro d’arachidi

125 ml di latte

1 cipolla rossa tritata finemente

2 cucchiai d’olio

1 cucchiaino di semi di cumino tritati

1 cucchiaino di semi di achiote tritati (o in alternativa, paprica rossa)

Sale

1 mazzetto di coriandolo tritato finemente

Per le guarniture:

Fette di pomodoro

Fette di cipolla

Foglie di coriandolo

Procedimento

Per i llapingachos:

Saltate la cipolla tritata in padella con un paio di cucchiai d’olio a fuoco medio, finché si ammorbidisce (3/4 minuti). Aggiungete le polveri di cumino e achiote, mescolando frequentemente, per alcuni minuti. Togliete dal fuoco e lasciate raffreddare. Nel frattempo, schiacciate le patate in modo uniforme. Aggiungete il condimento di cipolle e mescolate bene. Aggiungete sale e pepe a gusto.

Il mix di patate dovrebbe essere abbastanza compatto da poter essere modellato in palline, come una pasta. Se è troppo umido, aggiustate con farina finché avrà la giusta consistenza. Lasciatelo riposare un’ora in frigorifero, coperto. Poi dividete la pasta di patate in 6 palline, e schiacciatele al centro in modo da creare una cavità grande poco più di un pollice. Riempite questa cavità con il formaggio spezzettato (se usate mozzarella, cercate prima di farla sgocciolare per bene). Potete quindi richiudere le palline in modo che il formaggio scompaia all’interno (ci sono varianti in cui il formaggio è lasciato a vista, oppure mescolato uniformemente alla pasta). Schiacciate quindi le palline in modo da far ottenere loro un aspetto di frittella rotonda (larghe il doppio della loro altezza, o poco più), e facendo attenzione a non far fuoriuscire il formaggio. Potete lasciar rassodare le frittelle in frigo per un’altra mezz’ora.

A questo punto i llapingachos sono pronti per essere saltati in padella (con tanto olio sul fondo quanto necessario), per circa 3 minuti per ogni lato, o finché iniziano a brunire, oppure per essere messi al forno a 200 gradi finché bruniscono (ripetere per entrambi i lati). I llapingachos sono più gustosi se serviti caldi, e a tal fine possono essere tenuti in forno a basso calore (poco meno di 100 gradi) fino al momento di portarli in tavola.

Per la salsa de maní:
Fate un soffritto di cipolla con olio e polvere di cumino e di achiote. Il procedimento è lo stesso di quello del soffritto per i llapingachos, per cui se preparate frittelle e salsa allo stesso tempo, potete raddoppiare semplicemente le dosi del soffritto, e usarne metà per ciascuna preparazione.
Versate sul soffritto metà del latte e lasciatelo scaldare. Aggiungete il burro d’arachidi amalgamandolo bene, e quindi aggiungete l’altra metà del latte. Salate a gusto e lasciate cuocere 10 minuti, finché la salsa non addensa. A fuoco spento, aggiungete il coriandolo tritato. Anche la salsa dovrebbe essere servita calda.

Per le guarniture:
Potete mettere su ogni llapingacho una fetta di pomodoro e una fetta sottile (oppure alcuni anelli) di cipolla rossa cruda, e una o più foglie di coriandolo per decorare.




¡Una parroquia bien alimentada es una parroquia feliz!
(Una parrocchia ben nutrita è una parrocchia felice!)

lunedì 4 settembre 2017

Frittura d'agnello con vino e aglio

Una ricetta dalla Romania  a base di carne di tenero agnello. L'agnello è una carne ottima, delicata, ideale per una cena più leggera, e certamente non sarà disdegnata dagli ospiti.

Ingredienti

1 chilo e mezzo di cosce d'agnello
1 cucchiaino di paprika dolce
4-5 spicchi d'aglio
6-7 cucchiai d'olio
200 ml di vino bianco
timo q.b.

Preparazione

Ungere una teglia con olio e deporvi la carne, ripulita da ossa, grasso e pelle. Cospargere la carne con la paprika e col timo. Dopodiché, versare il vino nella teglia e deporre gli spicchi d'aglio fra le carni. Coprite la teglia con un foglio di alluminio, e mettete in forno a 190° per un'ora e mezza circa: quando la forchetta penetrerà bene nella carne, scoprite la teglia dell'alluminio, aumentate la temperatura a 220° e lasciate cuocere ancora per venti-venticinque minuti, fino alla doratura. 

Servite la carne calda, accompagnata da insalata, patate o altre verdure di vostro gradimento.



Dal sito Recetele de Fel, la foto del risultato finale del nostro impegno!